COSE DA NON FARE SE SI LAVORA NEL MONDO TURISTICO-RICETTIVO

Nel mondo dell’Ho.Re.Ca (acronimo per definire il settore dell’Hotellerie, Restaurant, Cafè), vengono commessi spesso errori grossolani legati alla quotidianità dell’attività alberghiera o ristorativa, errori che potrebbero essere tranquillamente evitati, ma continuano ad accadere più frequentemente di quello che si possa pensare.

Ma perché si fanno questi errori?

Purtroppo l’accoglienza turistica continua ad essere un ramo lavorativo sottovalutato da chi decide di entrarne a far parte e avviare un’attività alberghiera o ristorativa.

Molti imprenditori improvvisano ancora, pensando che fare caffè o stare dietro al bancone della reception sia un lavoro estremamente facile che non ha bisogno di una preparazione.

Capita di conseguenza che lo staff di molte di queste attività non abbia appreso mission e vision della struttura, modi di vedere di quest’ultima che devono essere abbracciati dal personale, ma non sia nemmeno stato affiancato inizialmente per comprendere a pieno la modalità di lavoro e l’importanza di avere un team formato, motivato e preparato.

Continuate a leggere per scoprire le 10 cose che non vanno fatto nel mondo alberghiero-ristorativo per vedere se qualcuno di questi “orrori” viene commesso anche nella vostra struttura.  Impossibile? Proseguite nella lettura per favore e poi mi direte. 😉

LE 10 COSE DA NON FARE NELL’ACCOGLIENZA E COME POTER MIGLIORARE

dettaglio camera hotel

Ci sono delle cose che vedo in giro e a cui non riuscirò mai ad abituarmi nel mondo dell’accoglienza e pazienza se qui nel Salento siamo spesso “scialli” (troppo rilassati, prendiamo tutto con easytudine, non tutti ovviamente).

Ecco alcune delle cose a cui non vorrò mai abituarmi, gravi errori nel mondo dell’accoglienza turistica:

1. Quando chiami per una prenotazione in hotel o ristorante e ti rispondono “Si?/Pronto?” E tu guardi il cellulare per ricontrollare il numero eventualmente lo avessi sbagliato;

2. Quando scopro che un hotel di recente apertura vuole lavorare solo con booking.com e che non ha previsto alcun budget per far fare un sito web, “tanto all’inizio non serve”;

3. Quando ricevo il preventivo da un albergo e in calce alla mail di risposta ha inserito tutti (TUTTI) i link delle OTA in cui è presente, dando, in questo modo, un assist agli intermediari, perché sta dando la possibilità al potenziale cliente di prenotare direttamente sul sito delle agenzie intermediarie;

case vacanze colorate

4. Quando arrivo in un qualsiasi ristorante e non vengo accolta con un sorriso (io come ex-cameriera posso garantire che va fatto SEMPRE);

5. Quando vedo la storia Instagram con video del buffet della colazione di una struttura con musica a effetto e non capiscono che la stessa storia l’avranno fatta altre mille mila strutture;

6. Quando vedo strutture ferme al 1990, anno probabile dell’apertura, e non si ha nessuna intenzione di stare al passo con i tempi.  Da cosa lo deduco? Dagli arredamenti, dalle moquettes (si, avete capito bene) e dalle camere che si aprono con le chiavi e non con le schede magnetiche;

7. Quando sento il personale parlare in dialetto;

8. Quando vedo il personale senza una divisa: chi sei? Cosa fai?

9. Se chiamo bisognerebbe rispondere entro il terzo squillo, altrimenti sto già confermando su booking;

10. Si sorride anche al telefono; si percepisce quando l’interlocutore è infastidito dalla chiamata o meno.

Vi sembreranno delle banalità, ma sono cose che accadono OGNI GIORNO. 

SI PUÒ SOPPERIRE AI PROBLEMI GROSSOLANI INDICATI? OVVIAMENTE SI. 

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Come?

  • Facendo una reale formazione al personale appena arrivato.

Se siete una struttura stagionale ancora meglio perché potrete far fare una formazione per gruppi qualche giorno prima dell’apertura;

  • Aggiornando voi stessi con corsi, partecipando a incontri organizzati con professionisti e altri competitor per confrontarsi, facendo fare un’analisi alla vostra struttura per vedere se, più che una manutenzione ordinaria, non abbia bisogno di quella straordinaria;
  • Accogliendo le recensioni e facendo un’auto-analisi.
    Se ci sono feedback negativi da parte degli ospiti capire dove sta il problema; se arriva un riscontro negativo dal personale capire se bisogna fare delle riunioni con lo staff di tanto in tanto per creare armonia nel gruppo e parlare dei problemi trovando delle soluzioni che vadano bene a tutti.

Volete aggiungere qualche punto a cui non riuscite proprio ad abituarvici?

CONSIGLIO PER GLI OPERATORI TURISTICI

Non date la vostra struttura per scontata e non pretendiate che il vostro personale si formi da solo, potrà farlo, ma con una giusta formazione da parte vostra si sentiranno stimolati e facente parte di un’azienda che ha a cuore il proprio team! Andranno via dopo essere stati formati? Probabilmente si, potrebbero farlo in ambedue i casi, ma a voi deve stare a cuore la qualità della vostra struttura e che questa qualità venga soprattutto percepita dai vostri ospiti!

In questi casi, potrebbe esserti d’aiuto un vademecum, un manuale con delle linee guida per ogni reparto da tenere tipo bibbia sul comodino. È un modo per velocizzare il processo di formazione e apprendimento o di riepilogo qualora non vi ricordaste qualche passaggio.

donatella maniglio esperta di marketing turistico

Ciao, sono Donatella, lavoro da anni nell’accoglienza turistica e sono appassionata di web marketing turistico e promozione territoriale!

Se hai intrapreso l’avventura alberghiera, ma ti senti incompleto, posso aiutarti a stilare un vademecum, un manuale con delle linee guide per la tua struttura per cercare di darle una direzione.

Per sapere in cosa consiste nel concreto questo vademecum, vai sulla pagina dei miei servizi e scrivimi per avere maggiori informazioni!

Ricorda che ogni viaggio inizia sempre con il primo passo!

3 commenti su “10 errori da non fare nel mondo dell’accoglienza turistica”

  1. Pingback: Le recensioni negative della tua struttura ricettiva: come gestirle - Donatella Maniglio

  2. Buongiorno Donatella, ho letto con piacere questo articolo e sono d’accordo.
    La formazione in ambito di intelligenza emotiva e relazionale è una materia che va curata costantemente.
    Credo che la selezione del personale debba passare anche attraverso l’analisi di questi aspetti, verso i quali deve essere evidente una certa predisposizione anche da prima dell’assunzione, ma si dovrebbe attuare una politica per il mantenimento anche iniziata la collaborazione.
    Troppi imprenditori usano la frusta se vedono i loro dipendenti esprimere malessere e sentirsi ignorati genera il disinteresse genera quella vendetta passiva che è poi l’unica azione attuabile mentre si è poco lucidi.
    Le riunioni per capire costantemente la salute della squadra dovrebbero essere obbligatorie.
    È un discorso ampio e io forse parlo solo di questo perché l’ho sentito molto in passato, ammetto di aver fatto molti errori del genere.
    Oggi studio i modelli aziendali che mirano ad evitare proprio l’inseminazione di certe dinamiche.
    Grazie del tuo articolo, leggerò molto altro.

    1. Grazie Cinzia! Anche io ho vissuto sulla mia pelle ambienti tossici; eppure sarebbe bastato poco per un ambiente armonico e collaboratori soddisfatti! La condivisione dei valori dell’azienda dev’essere la prima cosa anche per un senso di appartenenza (quasi una seconda famiglia). Poi permettere alle risorse umane di crescere professionalmente investendo su di loro è un altro punto su cui premere tanto. Speriamo che le cose cambino in meglio! In tal senso, provo a dare il mio modesto contributo scrivendo e cercando di mettere sempre i puntini sulle I.

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