Analizziamo insieme il potenziale di Open to meraviglia e cosa non ha funzionato

Se non è la prima volta che approdi sul mio blog o sul mio canale Instagram, anzi, approfitto per dirti di seguirmi anche lì per rimanere aggiornato sul mondo del turismo, hotel marketing tips e promozione territoriale, saprai che ho parlato varie volte della campagna promozionale “Open to meraviglia”. Cliccando su questo link troverai il mio primo articolo in cui riassumo un po’ ciò che è accaduto in questi mesi con la influencer Venere.

Obiettivi della campagna promozionale “Open to meraviglia”

Come detto diverse volte, questa campagna promozionale, voluta fortemente dal Ministero del Turismo e da Enit e realizzata dal gruppo Armando Testa, viene alla luce ad aprile 2023.

Lo scopo principale è far scoprire le meraviglie dell’Italia all’estero, soprattutto aspetti e luoghi meno conosciuti.

Sui social, la strategia content che accompagna quella visual è infatti in inglese e successivamente in italiano. Invece sul sito le uniche tre lingue disponibili sono: italiano, inglese e spagnolo. Un po’ pochine visto l’ambizione di far arrivare questa promozione a più nazioni possibili. È vero, l’inglese lo parlano molti europei e lo spagnolo è diffuso in molti paesi dell’America Latina, ma trattandosi di una campagna così importante ci si aspettava una comunicazione in ancora più lingue.

Le criticità di “Open to meraviglia”

In questi mesi se n’è parlato in lungo e in largo e se volete capire il sentiment degli utenti vi consiglio di fare un giro nei commenti sotto i loro vari post su Instagram.

Partiamo proprio dalla comunicazione sui social:

  • Manca un community manager che gestisca i commenti sotto ai vari post. Qui non stiamo parlando di una pagina Instagram personale che fa quel che le pare, ma della pagina ufficiale della campagna promozionale per portare l’Italia nel mondo, mica pizze e fighi insomma. Dunque, al social media manager durante un corso base per apprendere le competenze di questo mestiere verrà spiegato che il community manager è necessario per le pagine social aziendali in quanto questa figura professionale permette di gestire e non dare seguito a eventuali commenti negativi. Se, come in questo caso di Venere, non c’è nessuno a direzionare i commenti la situazione può soltanto peggiorare.
  • È grammaticalmente scorretto. Il titolo della campagna è “Open to meraviglia” un mix, come si può facilmente evincere, tra l’italiano e l’inglese. Forse non suonerà malissimo, ma ovviamente grammaticalmente è errato una frase metà in italiano e metà in inglese. Purtroppo non sappiamo molto delle ricerche di mercato riguardo al naming della campagna promozionale;
  • È peggio la toppa del buco. Dopo l’uscita del promo della campagna, il gruppo Armando Testa ha voluto ringraziare gli utenti per come hanno accolto Open to meraviglia.

Loro ringraziano, ma forse non hanno capito o non hanno voluto capire che se n’è parlato tanto per gli orrori grossolani (vedi il mancato acquisto del dominio, le foto prese da shutterstock, le foto inoltrate su whatsapp), non di certo perchè sia stato fatto un buon lavoro ahimè e per un modo di rappresentare l’Italia che fa acqua da tutte le parti. Inoltre, ringraziare per i motivi sbagliati denota una concezione distaccata dalla realtà e ha aumentato anche le prese in giro. “Nel bene o nel male basta che se ne parli” non è più un’opzione possibile. Cosa avrebbero dovuto fare: chiedere scusa per gli errori, che non sono errori banali. È un po’ come se l’insegnante di italiano sbaglia la grammatica italiana nei testi, ecco;

  • La mancata costanza sui social. Ad un certo punto sui social Venere è sparita. Non postava più nulla. Anche qui: quando si avvia una strategia sui social è fondamentale la costanza. Si fa un PED (piano editoriale) e si calendarizzano i post secondo uno schema ben preciso. Ovviamente anche la sua assenza per un po’ ha scatenato, manco a dirlo, ilarità nel web e prese in giro continue;
  • Una parte della promozione è stata destinata a città e regioni già ampiamente conosciute. Occasione mancata invece per quelle zone d’Italia che avrebbero potuto avere giovamenti dal turismo, ma a cui non è stata data l’opportunità per essere conosciute. Invece Le Cinque Terre o Venezia promosse, d’altronde godono di scarse menzioni. Tra l’altro città che già di loro rischiano il fenomeno della gentrificazione.

Tiriamo insieme le somme riguardo “Open to meraviglia”

Open to meraviglia rappresentava un’opportunità unica per raccontare il nostro paese nel mondo. Partendo da un punto di vista economico, i fondi destinati alla campagna avrebbero potuto rappresentare un’occasione importante per liberi professionisti del digitale o web agencies e, perché no, travel blogger o micro-influencer specializzati ciascuno sulla propria regione o, addirittura città. Chi meglio dei locals può raccontare il proprio posto? Se vorresti saperne di più riguardo a come fare Influencer marketing per piccole strutture ricettive ti basterà cliccare sul link!

Purtroppo, più che per la campagna promozionale, ci siamo fatti conoscere per come sono stati gestiti i vari aspetti di essa.

Mi presento…

…sono Donatella Maniglio, ho lavorato per anni con strutture ricettive per un portale turistico. Ho constatato che molte attività alberghiere ancora non hanno capito l’importanza di un processo di digitalizzazione corretto e aggiornato. Se sei interessat* a fare un’analisi della tua presenza online, contattami per un colloquio conoscitivo.

Consiglio per operatori turistici

Caro operatore del turismo, perché è così importante capire e analizzare questa campagna? Una delle regole di marketing è prendere ispirazione dai propri competitor. In realtà, ci si può far ispirare da tutto e, in questo caso ad esempio, come non fare gli errori che hanno fatto gli altri. Se dunque Open to meraviglia ci ha dato due insegnamenti sono proprio i seguenti: mai essere superficiali durante lo svolgimento di un lavoro e mettere i professionisti (con competenze giuste!) al posto giusto!

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