Promozione del territorio tramite il racconto dell’arte musiva
Se leggerai con regolarità gli articoli del mio blog, saprai che porto avanti come un mantra l’importanza per le strutture ricettive di fare promozione territoriale. Magari nell’offline lo fanno anche quando l’ospite della struttura chiede loro gli eventi, locali e pub più in voga ecc, ma sull’online ancora scarseggiano in questo tipo di promozione.
Qualcuno comunque prova a farlo, rimanendo però troppo wikipediano (leggi il mio articolo sul non essere troppo divulgativi).
Per il resto, molti canali social di hotel, b&b o case vacanze pullulano di camere di hotel sistemate a regola d’arte, colazioni a buffet come se non ci fosse un domani (scopri perché le colazioni buffet hanno stufato).
Mi chiedo però: è fatto solo di questo un albergo o c’è tanto tanto altro?
Quando un ospite ci sceglie, per prima cosa sceglie la destinazione in cui andare e dopo la struttura in cui soggiornare. Se tenessimo a mente sempre questa regola forse ci verrebbe più semplice rendere più vari i contenuti di social e blog.
Ecco dunque il primo dei miei articoli sulla promozione del territorio attraverso il racconto dell’arte.
Cosa fare per una migliore promozione territoriale
Quando si decide di esserci seriamente sui social (Clicca qui se vuoi leggere il mio articolo sul rapporto hotel e social media spiegato facile), si fa un PED (piano editoriale) per capire i contenuti di cui parlare.
Tenendo conto che una struttura deve parlare della propria struttura e delle offerte attive, dobbiamo però anche ricordarci che una grossissima mano gliela può sicuramente dare parlando del territorio e facendo dunque marketing territoriale.
Quando dunque si decide di parlare del proprio territorio, si può tenere conto dei seguenti aspetti:
- Eventi e tradizioni della località in cui è situata la vostra struttura;
- Eventi e tradizioni di un territorio più esteso, es. se siete nel Salento parlate della Puglia o comunque delle città più vicine a Lecce;
- Curiosità che conoscono solo gli autoctoni;
- Ricette locali e come prepararle;
- “Personaggi” da ricordare.
Quest’oggi mi voglio soffermare sull’ultimo punto. Le strutture ricettive presenti nei piccoli paesi credono che trattandosi di comuni con mediamente pochi abitanti non abbiano nulla da offrire a livello di contenuti. Ma non è così.
Nel piccolo paese, a differenza delle grandi città, ci si conosce tutti.
Ad esempio nel mio paese di 3000 anime mia suocera è conosciuta da tutti perché ha venduto per 50 anni verdura in piazza e aveva il classico savoir faire della venditrice. “Face cchiu lu fare ca l’avere fija” cit. Cetta, classe 1929. (qui su Instagram ho raccontato un po’ della sua storia).
Ma oltre a questi personaggi, portatori di saggezza popolare, ci sono anche artisti e artigiani nei nostri comuni che danno valore e lustro ai paesini come i miei.
E oggi vorrei proprio parlarvi di una persona speciale a questo riguardo.
Promozione territoriale attraverso l’arte e la storia di Stefania Bolognese, mosaicista locale e internazionale
Stefania mi ha accolta diverse volte nel suo studio nel centro storico di Carpignano. In realtà, nonostante in paese ci conosciamo tutti, fino a ottobre scorso non avevo mai avuto l’occasione di scambiare 4 chiacchiere con lei. Poi un giorno, passeggiando con mia figlia di 2 anni, ci siamo affacciate al suo laboratorio perché Gloria è rimasta incantata da tutti i colori che ha visto in quella casetta adibita a studio. Si è creato subito un bellissimo feeling, come se ci conoscessimo da sempre. Una persona alla mano, che ti racconta con estrema semplicità il suo “lavoro”, o meglio la sua “missione”.
Quando le ho proposto di fare questo racconto su di lei sul blog mi ha risposto entusiasta di sì senza nemmeno pensarci.
L’unica domanda che le ho posto è stata quale fosse la differenza tra artista e artigiano, in quanto erroneamente, l’avevo definita artigiana.
Poi l’ho lasciata raccontare liberamente.
L’artigiano lavora con le mani. Anche lei lo fa, ma per essere definita artista, bisogna che sia riconosciuta dalla collettività questa sua arte e l’essere artista. Questo concetto lei lo acquisì attraverso uno dei suoi insegnanti della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo che lei frequentò.
E Stefania si sta impegnando a farsi riconoscere dalla collettività; tramite le sue opere sta cercando di far conoscere la sua anima. Inoltre, lavora col suo corpo, che rappresenta appunto il vestito dell’anima. Sta facendo un viaggio terreno ed è consapevole che il prossimo sarà quello eterno. Questo pensiero la aiuta a far uscire i suoi pensieri e la sua essenza, espressi tramite le sue opere.
Sta facendo questo percorso con la maturità acquisita in questo momento perché a 20’anni pensava che per essere una perfetta mosaicista bisognasse essere perfetti nella tecnica del mosaico. Invece credeva che non essendolo, non sarebbe stata una brava artista e invece si sbagliava.
“La perfezione sta nell’imperfezione stessa”. Cit.
Dopo qualche anno si allontana dal mosaico classico, non si riconosce più in quest’arte. Ha capito che doveva cercare la sua strada.
Il suo laboratorio, situato nel centro storico di Carpignano, inizialmente fu adibito dalla famiglia come casa per accogliere amici in visita da fuori. Invece è diventato il suo posto. Infatti lei adora che i vicini, come la signora del negozio di frutta lì vicino o alcuni anziani che passano da lì, la salutino sempre e delle volte si fermino anche a fare quattro chiacchiere con lei. “In questo modo sono riuscita ad avvicinarmi alla gente del posto e a smarcarmi questa veste da “artista snob””. Inoltre, la porta del suo studio è sempre aperta quando lei lavora lì perché chiunque possa affacciarsi. “Mi nutro anche degli incontri fugaci con gli abitanti del paese” mi disse una volta.
Ciao, mi presento…
Sono Donatella, lavoro da anni nel turismo e credo nell’importanza di una presenza digitale ben fatta delle strutture turistiche e nell’impegno per fare una buona promozione territoriale, fondamentale per le strutture e doverosa nei confronti dei luoghi che ci ospitano.
Vuoi anche tu capire come intercettare ospiti attraverso il racconto dei luoghi nel tuo blog o sui tuoi canali social?
Contattami e ne parleremo insieme.
La rappresentazione dei tre alberi di ulivo, espressione di un’identità territoriale e artistica
La consapevolezza della strada da intraprendere scattò quando un suo caro amico, Domenico Scordari, proprietario, insieme alla moglie, del Naturalis Bio Resort, un’oasi di pace nel feudo martanese, le commissionò un mosaico (un albero di ulivo) per la hall della struttura di charme che stava costruendo.
Fu il suo momento di svolta. Scordari le fece vedere la sala che sarebbe divenuta la hall e le indicò la direzione che secondo lui questo albero avrebbe dovuto prendere. Aver interpretato questo mosaico che voleva Domenico le ha dato una specie di scossa, facendo questo progetto proprio e rappresentandolo come era giusto venisse alla luce: con i rami mossi dal vento che puntano verso i tre ingressi della hall del Naturalis Bio Resort.
Definisce molto importante la creazione di 3 progetti tutti incentrati sull’ulivo, peculiarità del Salento ed espressione di un territorio, per la sua presa di coscienza come artista mosaicista.
Il secondo lo si può ammirare nel ristorante a Zollino Da Fabio di Fabio Fanciullo, suo carissimo amico.
Mentre il terzo, non per ordine, riguardava un progetto accantonato. Questo ulivo era stato disegnato dal fratello (artista anche lui), ritrovandolo per caso un giorno e realizzandolo durante la pandemia. In concomitanza con la morte del padre lei esprime questo dolore portando a termine la realizzazione di questo progetto.
La crisi di Stefania nel racconto dell’arte
Ad un certo punto della sua vita vive un profondo momento di crisi in cui rifiuta la sua arte e le sue opere. Era arrivata a pensare di voler bruciare tutto, ma 3 mesi dopo rivede queste sue opere e capisce che la rappresentavano, continuavano a parlare di lei.
“Esprimo le mie emozioni attraverso le opere e le regalo allo spettatore del momento.” E le opere non appartengono più a lei.
È come un romanzo: ognuno trae le proprie conclusioni. Non è più di chi lo ha scritto nel momento in cui lo si pubblica e si permette agli altri di leggerlo e interpretarlo a proprio modo.
La vicinanza a Bach
Un’altra componente importante per lei è la musica. Fin da bambina studia pianoforte senza però giungere alla conclusione di un percorso.
Custodisce però per anni questa musica nella sua anima e a un certo punto sente l’esigenza di doverla esprimere. Da questa urgenza nasceranno dei mosaici musicali su spartiti di Bach, il compositore che lei preferisce e che la ispira sovente.
La “semina” del suo essere artista
Impara a guardare la bellezza grazie alla sua mamma perché a 14 anni, a causa di problemi di salute legati alla scoliosi, partiva spesso con sua mamma, ex-insegnante delle scuole medie di Carpignano di Ed. Tecnica che, nei ritagli di tempo, la trascina, perché lei non voleva andarci, a mostre e musei che trova in giro per la regione ligure.
E tutto questo seminare della madre darà poi i suoi frutti nell’animo di Stefania che da adolescente ribelle si trasformerà in una persona risolta che ricerca le sue verità ogni giorno attraverso l’arte, la sua.
Qualche giorno dopo averla incontrata ho saputo che è stata selezionata per un evento artistico a Parigi!
Lei porterà la sua arte in giro per l’Europa, ma senza mai dimenticare le sue origini e facendo anche conoscere un po’ della sua Carpignano perché fa parte della sua identità.
Lunga vita al territorio e chi, attraverso la propria identità, lo esprime, lo rappresenta e lo valorizza.
Caro operatore turistico…
Oggi il mio articolo è un po’ diverso rispetto al solito. è soprattutto un modo di fare promozione territoriale e dimostrare alle strutture turistiche che si può fare marketing attraverso il racconto del territorio, avere contenuti molto interessanti e restituire anche qualcosa ai nostri luoghi che ci donano ogni giorni benessere e non solo.
Yoast SEO
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Se leggerai con regolarità gli articoli del mio blog, saprai che porto avanti come un mantra l’importanza per le strutture ricettive di fare promozione territoriale. Magari nell’offline lo fanno anche quando l’ospite della struttura chiede loro gli eventi, locali e pub più in voga ecc, ma sull’online ancora scarseggiano in questo tipo di promozione.
Qualcuno comunque prova a farlo, rimanendo però troppo wikipediano (leggi qui il mio articolo sul non essere troppo divulgativi).
Per il resto, molti canali social di hotel, b&b o case vacanze pullulano di camere di hotel sistemate a regola d’arte, colazioni a buffet come se non ci fosse un domani (qui puoi leggere perché le colazioni buffet hanno stufato ecc).
Mi chiedo però: è fatto solo di questo un albergo o c’è tanto tanto altro?
Quando un ospite ci sceglie, per prima cosa sceglie la destinazione in cui andare e dopo la struttura in cui soggiornare. Se tenessimo a mente sempre questa regola forse ci verrebbe più semplice rendere più vari i contenuti di social e blog.
Ecco dunque il primo dei miei articoli sulla promozione del territorio attraverso il racconto dell’arte.
Cosa fare per una migliore promozione territoriale
Quando si decide di esserci seriamente sui social (qui il mio articolo su hotel e social media), si fa un PED (piano editoriale) per capire i contenuti di cui parlare.
Tenendo conto che una struttura deve parlare della propria struttura e delle offerte attive, dobbiamo però anche ricordarci che una grossissima mano gliela può sicuramente dare parlando del territorio e facendo dunque marketing territoriale.
Quando dunque si decide di parlare del proprio territorio, si può tenere conto dei seguenti aspetti:
- Eventi e tradizioni della località in cui è situata la vostra struttura;
- Eventi e tradizioni di un territorio più esteso, es. se siete nel Salento parlate della Puglia o comunque delle città più vicine a Lecce;
- Curiosità che conoscono solo gli autoctoni;
- Ricette locali e come prepararle;
- “Personaggi” da ricordare.
Quest’oggi mi voglio soffermare sull’ultimo punto. Le strutture ricettive presenti nei piccoli paesi credono che trattandosi di comuni con mediamente pochi abitanti non abbiano nulla da offrire a livello di contenuti. Ma non è così.
Nel piccolo paese, a differenza delle grandi città, ci si conosce tutti.
Ad esempio nel mio paese di 3000 anime mia suocera è conosciuta da tutti perché ha venduto per 50 anni verdura in piazza e aveva il classico savoir faire della venditrice. “Face cchiu lu fare ca l’avere fija” cit. Cetta, classe 1929. (qui su Instagram ho raccontato un po’ della sua storia).
Ma oltre a questi personaggi, portatori di saggezza popolare, ci sono anche artisti e artigiani nei nostri comuni che danno valore e lustro ai paesini come i miei.
E oggi vorrei proprio parlarvi di una persona speciale a questo riguardo.
Promozione territoriale attraverso l’arte e la storia di Stefania Bolognese, mosaicista locale e internazionale
Stefania mi ha accolta diverse volte nel suo studio nel centro storico di Carpignano. In realtà, nonostante in paese ci conosciamo tutti, fino a ottobre scorso non avevo mai avuto l’occasione di scambiare 4 chiacchiere con lei. Poi un giorno, passeggiando con mia figlia di 2 anni, ci siamo affacciate al suo laboratorio perché Gloria è rimasta incantata da tutti i colori che ha visto in quella casetta adibita a studio. Si è creato subito un bellissimo feeling, come se ci conoscessimo da sempre. Una persona alla mano, che ti racconta con estrema semplicità il suo “lavoro”, o meglio la sua “missione”.
Quando le ho proposto di fare questo racconto su di lei sul blog mi ha risposto entusiasta di sì senza nemmeno pensarci.
L’unica domanda che le ho posto è stata quale fosse la differenza tra artista e artigiano, in quanto erroneamente, l’avevo definita artigiana.
Poi l’ho lasciata raccontare liberamente.
L’artigiano lavora con le mani. Anche lei lo fa, ma per essere definita artista, bisogna che sia riconosciuta dalla collettività questa sua arte e l’essere artista. Questo concetto lei lo acquisì attraverso uno dei suoi insegnanti della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo che lei frequentò.
E Stefania si sta impegnando a farsi riconoscere dalla collettività; tramite le sue opere sta cercando di far conoscere la sua anima. Inoltre, lavora col suo corpo, che rappresenta appunto il vestito dell’anima. Sta facendo un viaggio terreno ed è consapevole che il prossimo sarà quello eterno. Questo pensiero la aiuta a far uscire i suoi pensieri e la sua essenza, espressi tramite le sue opere.
Sta facendo questo percorso con la maturità acquisita in questo momento perché a 20’anni pensava che per essere una perfetta mosaicista bisognasse essere perfetti nella tecnica del mosaico. Invece credeva che non essendolo, non sarebbe stata una brava artista e invece si sbagliava.
“La perfezione sta nell’imperfezione stessa”. Cit.
Dopo qualche anno si allontana dal mosaico classico, non si riconosce più in quest’arte. Ha capito che doveva cercare la sua strada.
Il suo laboratorio, situato nel centro storico di Carpignano, inizialmente fu adibito dalla famiglia come casa per accogliere amici in visita da fuori. Invece è diventato il suo posto. Infatti lei adora che i vicini, come la signora del negozio di frutta lì vicino o alcuni anziani che passano da lì, la salutino sempre e delle volte si fermino anche a fare quattro chiacchiere con lei. “In questo modo sono riuscita ad avvicinarmi alla gente del posto e a smarcarmi questa veste da “artista snob””. Inoltre, la porta del suo studio è sempre aperta quando lei lavora lì perché chiunque possa affacciarsi. “Mi nutro anche degli incontri fugaci con gli abitanti del paese” mi disse una volta.
Ciao, mi presento…
Sono Donatella, lavoro da anni nel turismo e credo nell’importanza di una presenza digitale ben fatta delle strutture turistiche e nell’impegno per fare una buona promozione territoriale, fondamentale per le strutture e doverosa nei confronti dei luoghi che ci ospitano.
Vuoi anche tu capire come intercettare ospiti attraverso il racconto dei luoghi nel tuo blog o sui tuoi canali social?
Contattami e ne parleremo insieme.
La rappresentazione dei tre alberi di ulivo, espressione di un’identità territoriale e artistica
La consapevolezza della strada da intraprendere scattò quando un suo caro amico, Domenico Scordari, proprietario, insieme alla moglie, del Naturalis Bio Resort, un’oasi di pace nel feudo martanese, le commissionò un mosaico (un albero di ulivo) per la hall della struttura di charme che stava costruendo.
Fu il suo momento di svolta. Scordari le fece vedere la sala che sarebbe divenuta la hall e le indicò la direzione che secondo lui questo albero avrebbe dovuto prendere. Aver interpretato questo mosaico che voleva Domenico le ha dato una specie di scossa, facendo questo progetto proprio e rappresentandolo come era giusto venisse alla luce: con i rami mossi dal vento che puntano verso i tre ingressi della hall del Naturalis Bio Resort.
Definisce molto importante la creazione di 3 progetti tutti incentrati sull’ulivo, peculiarità del Salento ed espressione di un territorio, per la sua presa di coscienza come artista mosaicista.
Il secondo lo si può ammirare nel ristorante a Zollino Da Fabio di Fabio Fanciullo, suo carissimo amico.
Mentre il terzo, non per ordine, riguardava un progetto accantonato. Questo ulivo era stato disegnato dal fratello (artista anche lui), ritrovandolo per caso un giorno e realizzandolo durante la pandemia. In concomitanza con la morte del padre lei esprime questo dolore portando a termine la realizzazione di questo progetto.
La crisi di Stefania nel racconto dell’arte
Ad un certo punto della sua vita vive un profondo momento di crisi in cui rifiuta la sua arte e le sue opere. Era arrivata a pensare di voler bruciare tutto, ma 3 mesi dopo rivede queste sue opere e capisce che la rappresentavano, continuavano a parlare di lei.
“Esprimo le mie emozioni attraverso le opere e le regalo allo spettatore del momento.” E le opere non appartengono più a lei.
È come un romanzo: ognuno trae le proprie conclusioni. Non è più di chi lo ha scritto nel momento in cui lo si pubblica e si permette agli altri di leggerlo e interpretarlo a proprio modo.
La vicinanza a Bach
Un’altra componente importante per lei è la musica. Fin da bambina studia pianoforte senza però giungere alla conclusione di un percorso.
Custodisce però per anni questa musica nella sua anima e a un certo punto sente l’esigenza di doverla esprimere. Da questa urgenza nasceranno dei mosaici musicali su spartiti di Bach, il compositore che lei preferisce e che la ispira sovente.
La “semina” del suo essere artista
Impara a guardare la bellezza grazie alla sua mamma perché a 14 anni, a causa di problemi di salute legati alla scoliosi, partiva spesso con sua mamma, ex-insegnante delle scuole medie di Carpignano di Ed. Tecnica che, nei ritagli di tempo, la trascina, perché lei non voleva andarci, a mostre e musei che trova in giro per la regione ligure.
E tutto questo seminare della madre darà poi i suoi frutti nell’animo di Stefania che da adolescente ribelle si trasformerà in una persona risolta che ricerca le sue verità ogni giorno attraverso l’arte, la sua.
Qualche giorno dopo averla incontrata ho saputo che è stata selezionata per un evento artistico a Parigi!
Lei porterà la sua arte in giro per l’Europa, ma senza mai dimenticare le sue origini e facendo anche conoscere un po’ della sua Carpignano perché fa parte della sua identità.
Lunga vita al territorio e chi, attraverso la propria identità, lo esprime, lo rappresenta e lo valorizza.
Caro operatore turistico…
Oggi il mio articolo è un po’ diverso rispetto al solito. è soprattutto un modo di fare promozione territoriale e dimostrare alle strutture turistiche che si può fare marketing attraverso il racconto del territorio, avere contenuti molto interessanti e restituire anche qualcosa ai nostri luoghi che ci donano ogni giorni benessere e non solo.
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